Il casale si suddivide in tre
corpi ben distinti tra di loro in quanto appartengono a
tre epoche diverse: il primo corpo a forma angolare di
fronte alla piazza Vittorio Veneto venne costruito verso
la fine del 1500, mentre il secondo corpo a chiudere la
corte interna verso il parco risale ai primi anni del
1700.
Le volte in gesso ricoprono l’antica struttura di canne
ed argilla ed all’interno si puo’ ancora ammirare lo
stile barocco delle cornici |
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delle stanze a cupola, alcune
delle quali con gli affreschi originali ove trovano spazio
antichi camini in marmo e pietra. Il terzo corpo a tre piani e’ un tipico palazzotto
ottocentesco ed e’ posto a guardia della vallata del
versante astigiano. La sua costruzione inizia nel 1848 e
non venne mai ultimata, tranne la grande cantina con le
pareti in tufo e le 7 volte a botte in mattoni, tutte
diverse tra di loro, quasi a voler radunare in un solo
luogo gli stili di |
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costruzione rurale conosciuti. Essa
custodisce oggi una selezione di vini d’antiquariato
molto suggestiva e particolare.
Originariamente il sito fu eretto da un ramo secondario
dei Conti Radicati di Cocconato, gia’ battitori di
moneta nella stessa zecca verso la fine del 1500. La
famiglia da secoli fedele ai marchesi di Monferrato fu
spesso in conflitto con il ducato di Savoia. Agli inizi
del 1800, |
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durante l’occupazione napoleonica,
alcune stanze furono usate dal maire locale (sindaco) come
uffici comunali. La nobildonna Camilla Musso Cambiano di
Robilant, cognata del- l’illustre robellese prof. Enrico
Martini, fondatore delle omonime astanterie in Torino
negli anni venti del XX° secolo, fu l’ultima
discendente degli antichi proprietari ad abitare
l’immobile. |
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La visita del percorso
storico comprende solo luoghi situati al piano terra, e
quindi accessibili anche a disabili.
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